Modena – Il settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio conclude il primo semestre del 2021 con un +21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Cresce l’export (+19,3%), mentre il mercato domestico registra un +31,2%. Con questi dati il comparto torna ai livelli pre-pandemia. Rispetto al primo semestre 2019 – anno in cui il fatturato di fine anno toccava gli otto miliardi di euro – la differenza è del -1,8%. Per quanto riguarda i risultati conseguiti nel 2020, la nona Indagine statistica nazionale elaborata dal Centro studi Ucima – Mecs stima un fatturato pari a 7,81 miliardi di euro. Aumenta il numero delle aziende censite (635, +3,1%) e il numero degli occupati (oltre 35mila, +7%). L’estero incide per il 78% sul fatturato (6,08 mld di euro) e l’Unione europea si conferma la principale destinazione delle macchine italiane per il packaging (41%). Seguita da Asia (19,4%), Nord America (14,4%), Europa extra Ue (8,6%), Africa e Oceania (8,4%) e Centro e Sud America (8,2%). Rispetto al 2019, invece, il mercato italiano mette a segno un +1,9%. Per quanto riguarda il portafoglio clienti, è il settore food a predominare. Da solo vale il 32,2% del fatturato totale (pari a 2.516 mln di euro). Segue il beverage (26%), il settore farmaceutico (17,4%) e quello cosmetico, l’unico tra i comparti non food a evidenziare una crescita (+11,4%). Infine, la famiglia delle macchine per il packaging primario resta preponderante con il 53,2% della distribuzione del fatturato. Alle sue spalle le macchine per il packaging secondario (18,8%) e quelle per il fine linea (13,9%). “La tenuta del 2020 e la crescita dei primi sei mesi del 2021 confermano la solidità e il dinamismo del nostro settore”, sottolinea Matteo Gentili, presidente di Ucima, “che resta particolarmente strategico nel panorama dei produttori di beni strumentali made in Italy”.