Bologna – Dopo un primo tentativo di vendita andato a vuoto lo scorso 5 maggio (leggi qua), Bio-On, start-up bolognese di bioplastiche, torna all’asta. Il Tribunale di Bologna, dopo aver autorizzato l’integrazione ai programmi di liquidazione predisposti dai curatori, ha fissato una nuova data: si terrà il 28 luglio. Partirà da una base più bassa: dai 95 milioni di euro della prima a 72,5 milioni. Un ribasso di circa il 23%, come concesso dalle leggi sulle procedure fallimentari. Il lotto include il sito produttivo di Castel San Pietro, brevetti e marchi, partecipazioni azionarie, tecnologia, beni mobili, attrezzature e scorte di magazzino, nonché i contratti pendenti, inclusi i rapporti di lavoro subordinato in essere, oltre al complesso aziendale di Bio-on Plants, costituito da attrezzature, mobili ed arredi, scorte di magazzino e contratti pendenti.
E’ dunque di nuovo aperta la data room, preparata dai curatori, con tutti i dati e le informazioni per comprendere il valore dell’azienda. Secondo quanto rivela Repubblica, non sarebbe mancato l’interesse di possibili compratori, tra cui figurano Eni, la concorrente di Bio-on Novamont, l’americana Danimer Scientific, il gruppo Radici, azienda chimica di Bergamo, il governo italiano, la Fondazione di Bill e Melinda Gates, fino a funzionari russi, interessati ai bioreattori dell’azienda, che potrebbero essere convertiti per la produzione dei vaccini anti-Covid. Non è escluso comunque che anche questa seconda asta possa andare a vuoto.