Bologna – Bio-on, azienda bolognese di bio-plastiche, finisce all’asta per 95 milioni di euro. Sbarcata nel 2014 sull’Aim, era arrivata a capitalizzare oltre 1 miliardo. Fino a quando, il 20 dicembre 2019, ha dichiarato fallimento. La vicenda potrebbe dunque avere ora un nuovo punto di svolta. È infatti fissata per oggi alle ore 11 l’udienza presso il tribunale di Bologna. A gestire l’asta di fallimento i curatori Antonio Gaiani e Luca Mandrioli, che hanno pubblicato un avviso di vendita il 26 febbraio 2021. Mentre il notaio delegato alla vendita è Federico Tassinari. L’asta, che parte da una base di 94.956.796 euro, con rialzi di offerta non inferiori a 100 mila, comprenderà in un lotto unico brevetti e marchi, il sito di produzione di Castel San Pietro Terme, i beni mobili, le attrezzature, le quote di azioni, le scorte del magazzino, la tecnologia fermentativa e i contratti pendenti (compresi i lavori subordinati in essere).

Le sue potenzialità, al di là dello scandalo finanziario che ha visto decapitare il vertice aziendale, persistono. E di recente proprio la tecnologia avanzata dello stabilimento ha fatto gola anche per la possibilità di essere riconvertita in ‘fabbrica dei vaccini’ nazionale. Ipotesi di cui la Regione Emilia Romagna si è fatta promotrice presso il governo. Al momento non è dato sapere i nomi dei possibili investitori. Pare, però, che siano stati diversi, ed emersi fin da subito, gli interessamenti da parte di gruppi e aziende propense ad acquisire soprattutto quella tecnologia avanzata.