Bologna – La prossima settimana si tiene l’asta d’assegnazione di brevetti, marchi e attrezzature Bio-On (leggi qui). Nel frattempo – dopo che il 12 marzo si sono concluse le indagini preliminari sul caso – la Procura di Bologna ha rinvia a giudizio 10 persone. Si tratta dei vertici dell’azienda (l’ex presidente e fondatore, Marco Astorri; il socio e cofondatore, Guido Cicognani; l’ex presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio) e altri sette individui coinvolti.

Si contestano i reati di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali. In particolare, la diffusione di notizie false sullo stato di salute economico, patrimoniale e finanziario della società. Volto a provocare un aumento delle quotazioni azionarie della società sul listino Aim di Borsa Italiana, con un indebito vantaggio stimato dagli inquirenti in 36 milioni di euro. Inoltre, sarebbero state riscontrate incongruenze e omissioni nei bilanci che vanno dal 2015 al 2018, che avrebbero pregiudicato la stima finale dei ricavi.

Il legale rappresentante di Marco Astorri, Tommaso Guerini, spiega in una nota: “Affronteremo con serenità e determinazione l’udienza preliminare, nel corso della quale vi sarà finalmente modo di chiarire alcuni aspetti essenziali per una corretta ricostruzione dei fatti su cui si fonda l’ipotesi d’accusa. Su tutti, che Bio-on era una Società solida e di grande prospettiva e non certo un ‘castello di carte’, come invece sostenuto da chi la rese oggetto di un feroce attacco speculativo, scommettendo sul ribasso del valore delle azioni e ottenendo un ingente profitto dalle perdite subite da migliaia di risparmiatori”.