Limito di Pioltello (Mi) – Con una mail del 26 febbraio, a cura dell’ufficio commerciale, Esselunga ha comunicato ai fornitori l’iniziativa denominata ‘Contributo consegna gratuita per emergenza Covid’. Ecco il testo completo: “A seguito della nuova emergenza, causata dalla recrudescenza delle infezioni da Covid 19 nelle aree di Brescia e alcuni comuni della provincia di Bergamo, Esselunga ha deciso di rendere gratuita la consegna delle spese web nelle zone interessate dalle restrizioni per le prossime due settimane. La nostra intenzione è di sostenere il 50% di questo costo (circa 3,5 euro a consegna) e dividere il restante 50% (i rimanenti 3,5 euro) tra tutti i fornitori i cui prodotti sono all’interno della spesa del cliente, in proporzione al valore del singolo prodotto, mediante emissione di nostra nota debito. La comunicazione che daremo ai nostri clienti di quelle aree evidenzierà che il contributo consegna per la loro spesa è offerto dai fornitori dei prodotti da loro acquistati e da Esselunga”. Iniziativa encomiabile chiaramente. Mi sia consentito però fare due osservazioni in merito. La prima riguarda il metodo: il contributo non s’impone ma, eventualmente, si propone. Magari con una comunicazione che lo anticipa. E qui per favore che non mi si venga a dire che nessuno è obbligato. Chi lavora con Esselunga se la tiene ben stretta. E si fa andare bene tutto. Anche i due punti in più nella media sui contratti di fine anno 2020. La seconda osservazione riguarda invece il valore del contributo che i fornitori dovranno pagare. Nel migliore dei casi si tratta di poche decine di euro. Ma la catena ne ha proprio bisogno? Queste cose non succedevano quando c’era Bernardo Caprotti al comando. Ha sempre sostenuto che: “I fornitori non vanno munti”. Quindi, se questo è il nuovo corso, come diceva la sora Lella: “Annamo bene… proprio bene!”
Angelo Frigerio