Bologna – “Da 1,3 miliardi a 95 milioni, un crollo del 90% che per tutti equivale al fallimento. Stiamo parlando di una base, poi vedremo come andrà l’asta”. In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Gabriele Grego (foto), a capo del fondo Quintessential, commenta la notizia dell’asta fissata dal Tribunale di Bologna per Bio-On (leggi qui). Fu proprio un report firmato Quintessential, intitolato ‘Una Parlamat a Bologna’, a dare il via nell’estate del 2019 alle indagini che portarono al crac della società bolognese delle bioplastiche. “Questi 100 milioni andranno a rimborsare banche e creditori, non certo gli azionisti. Il castello di carte è appurato per chi ha perso tutto”, aggiunge Grego. Che si dice sorpreso dalla valutazione d’asta: “Lo stabilimento è costato a Bio-On circa 44 milioni. Una cifra, per tonnellata di capacità produttiva, dieci volte superiore ai costi dei concorrenti. Ammesso che il valore sia quello, chi è interessato a rilevare lo stabilimento non produce plastica Pha quindi, teoricamente, si dovrebbe parlare di valori inferiori”. E in merito ai brevetti aggiunge: “Dalla nostra ricerca di brevetti ne risultavano una decina, la maggior parte erano domande. Una cosa ben diversa. Non so perché qualcuno debba comprare per milioni ‘brevetti originali’ acquistati alle Hawaii per oltre 200mila dollari e che non hanno mercato. Anche sui bilanci della Bio-On i brevetti erano a registro per circa 5,5 milioni: cosa giustifica un aumento del valore di ben nove volte dopo il crac? È dimostrato che il Pha non ha al momento costi sostenibili rispetto alle altre plastiche, la tecnologia di Bio-on non è mai stata dimostrata su scala industriale”.