Non le manda a dire Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia. Che, durante la presentazione dei recenti dati sul comparto, chiede un piano governativo efficace.

Di Irene Galimberti

“La minaccia per l’industria costituita dalla situazione politica del Paese è una costante da almeno 40 anni”. Parole e musica sono di Renato Ancorotti, presidente in carica di Cosmetica Italia, durante la presentazione dell’indagine congiunturale che si è svolta, online, mercoledì 10 febbraio.

“Ma non commento ulteriormente”, ha subito tagliato corto.

A fare scattare la miccia, l’analisi Swot (strenghts, weaknesses, opportunities, threats: ossia punti di forza, debolezze, opportunità e minacce) per l’industria cosmetica, proposta dal Centro Studi dell’Associazione di categoria. Che, tra le minacce, mette al primo posto la situazione economico-politica del Paese.

“Le imprese sentono da un lato la spinta alla ripartenza, dall’altro hanno però bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare”, ha proseguito il presidente. “Accompagnate da un piano governativo capace di affiancarle, anche in termini di promozione del made in Italy, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri”. Richieste chiare, rivolte al nuovo esecutivo di Mario Draghi, su cui l’Italia intera ripone grandi speranze.

Tornando all’ultima indagine congiunturale, emergono dati che da un lato definiscono l’impatto della pandemia e del lockdown sul settore e, dall’altro, descrivono la reattività di un comparto che ha saputo reagire. Le performance in negativo, infatti, sono comunque meno critiche di quanto preventivato.

Il fatturato globale del settore nel 2020, secondo i dati preconsuntivi, si è fermato a 10,472 miliardi di euro. Facendo segnare un -12,8% rispetto al 2019. Le limitazioni e le incertezze a livello internazionale, fanno crollare anche le esportazioni a circa 4,1 miliardi di euro, con un saldo pari a -16,5% su base annua.

Ma il presidente, a capo di un’industria da sempre reattiva e resiliente, pone l’accento sugli aspetti positivi. Intanto le aziende associate a Cosmetica Italia sono aumentate fino a 594, un dato che registra sia le numerose new entry sia le poche aziende che, colpite dalla crisi, hanno purtroppo chiuso i battenti. In seconda battuta, Ancorotti evidenzia come il settore si mantenga di gran lunga al di sopra della media, come sempre, per quel che riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo. “Nonostante le difficoltà del periodo, la nostra industria continua a investire in media il 6% del fatturato in R&D. Un dato che è addirittura il doppio del manifatturiero italiano, fermo al 3%”.

Il comparto dimostra ottimismo anche per quel che riguarda la ripresa: “Ben l’82,9% delle aziende ritiene che sia già in corso (46,1%), o che avverrà entro la seconda metà dell’anno (36,8%)”. Per il 14,5% dei rispondenti riotterrà un equilibrio nel 2022, mentre solo il 2,6% ritiene che non si tornerà mai indietro. Le proiezioni per la fine del 2021, poi, parlano di performance in crescita del 6,1% su base annua.

Quanto ai canali distributivi, solo l’ecommerce, spinto dalle necessità del momento, ha registrato trend in aumento (+42%, per 700 milioni di euro). Ancora basso, dunque, il peso sul totale mercato, fermo al 7,4%.

Interessanti anche le analisi che hanno seguito l’intervento di Renato Ancorotti. La ‘Cosmetica italiana nel post covid: filiere e mercati’, presentata da Giovanni Foresti, della Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo. E ‘Il cosmetico a connotazione naturale e sostenibile: i nuovi perimetri di classificazione e i dati di sell in’, a cura di Gian Andrea Positano, del Centro Studi Cosmetica Italia.

La prima ha fornito inizialmente un quadro globale della situazione economica nel mondo. Per poi sottolineare come l’impresa cosmetica abbia rivisto le politiche di approvvigionamento, rafforzando le forniture stabili e strategiche, e rivolgendosi sempre più alle province a maggior specializzazione. In aumento anche le spese per Ict (Information and communication technologies) e R&S, per supportare la transazione digitale. Di contro, il comparto registra allungamenti nei tempi di pagamento lungo le filiere.

Infine, Cosmetica Italia ha tracciato una classificazione per rilevare i numeri dei prodotti a connotazione naturale e sostenibile. Ne è risultato che il valore di questo comparto ha raggiunto i 1.654 milioni di euro. Con una maggiore incidenza delle referenze sostenibili/green (876 milioni), rispetto a quelle naturali/biologiche (778 milioni).