Milano – Nel 2020 i prezzi al consumo hanno registrato una diminuzione pari a -0,2% (da +0,6% del 2019). È quanto emerge dai dati Istat. Tuttavia, l’Unione nazionale consumatori (Unc) definisce il calo dei prezzi “un effetto ottico”. Infatti, questa tendenza decrescente ha interessato solo alcuni comparti (i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, i trasporti, ecc.). Ma non i beni alimentari, i cui prezzi sono saliti soprattutto nei mesi più critici della pandemia, quando gli italiani facevano scorte. Risulta dunque che “alcuni risparmi sono solo teorici, falsati dal lockdown. Per i trasporti, ad esempio, il calo dei prezzi del 2,3%, che in tempi normali avrebbe prodotto una minor spesa, per una famiglia media, di 80 euro, 124 euro per una coppia con due figli, non determina in pratica alcun effetto reale sul portafoglio degli italiani, visto che sono stati costretti a starsene a casa per gran parte dell’anno”, spiega in una nota il presidente Massimiliano Dona. “A incidere di sicuro, invece, il rialzo del carrello della spesa dell’1,3% che determina una vera e propria stangata. Insomma, se per una coppia con due figli, l’inflazione media a -0,2% significa avere avuto nel 2020, sulla carta, una minor spesa di 77 euro, il rincaro dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona comporta una maggior spesa di 117 euro”.