Berlino (Germania) – All’inizio dell’estate il governo aveva deciso di ridurre l’Iva dal 19 al 16% dal 1° luglio al 31 dicembre. L’aliquota ridotta, che si applica a molti prodotti alimentari e beni di uso quotidiano, è stata ridotta dal 7 al 5%. Questa mossa avrebbe dovuto incentivare l’economia portando i cittadini ad anticipare di qualche mese gli acquisti più costosi, malgrado la crisi. Con l’inizio del nuovo anno l’aliquota è tornata al 19% o 7%. Ma diverse catene di supermercati tedesche esitano ancora a trasferire ai clienti l’intera quota dell’aumento. Lo rende noto l’agenzia Ice di Berlino. Il discount Lidl ha annunciato il 5 gennaio che negli oltre 3.200 punti vendita della catena “i prezzi di molti prodotti continuano a essere ridotti fino al 3%, anche se a inizio anno si applica di nuovo l’Iva regolare del 19 o 7%”. In precedenza, la catena del discount Netto (Gruppo Edeka), aveva già pubblicizzato con lo slogan “Aumento dell’Iva? Non da Netto”. La catena Rewe aveva annunciato a fine anno che il ritorno alle normali aliquote Iva sarebbe stato attuato solo gradualmente “nei primi giorni di gennaio”, in vista delle migliaia di etichette per negozio che sarebbero state ristampate. Del resto, l’Iva è un argomento che i rivenditori amano utilizzare per la comunicazione, come accaduto la scorsa estate, quando Lidl non ha nemmeno aspettato la scadenza per il calo dell’imposta, ma ha abbassato i prezzi con più di una settimana di anticipo. La rivale Aldi ha risposto applicando anche una riduzione di prezzo del 3% sull’intera gamma di prodotti. L’ulteriore sconto è costato al discount un importo a tre cifre di milioni di euro, secondo i propri dati ice.