Il piano ideato dal Governo non tutela i negozi fisici. Mette a rischio la sopravvivenza dei più deboli. Mentre lo Stato infila le mani nelle nostre tasche.
Nella puntata precedente abbiamo analizzato il Piano Cashless del Governo italiano che, nelle intenzioni degli ideatori, avrebbe dovuto servire per eliminare l’evasione. Si rivela invece un grande regalo alle banche e danneggia la povera gente.
Proseguiamo nel ragionamento. Fra gli scopi del Piano c’era anche la valorizzazione del punto vendita fisico. Il Cashback, ovvero il ritorno di una percentuale dei soldi spesi, si può avere solo acquistando prodotti nei negozi convenzionali, non in quelli on line. Fatta la legge, trovato l’inganno.
Chiunque infatti può recarsi in un punto vendita tradizionale (supermercati, catene di elettronica di consumo e altro) e acquistare i buoni regali di Amazon, ad esempio, con la carta di credito. Si tratta di gift card da 5 a 100 euro. Basterà poi mettere nel carrello i prodotti acquistati sul sito di Bezos, digitare il codice alfanumerico che si trova sul retro della carta, e comprare, bypassando bellamente il divieto. La questione coinvolge anche i più deboli. Un sistema in cui non esistono più monete o banconote diventa diabolico per chi non ha dimestichezza con i sistemi di pagamento digitale, non possiede un conto corrente bancario o una carta.
In Gran Bretagna si è mossa l’associazione ‘Which?’ che ha segnalato come sempre più negozi abbiano iniziato, soprattutto nella fase iniziale della pandemia, a non accettare più contanti. E ciò ha reso impossibile per molti consumatori acquistare beni di prima necessità come cibo e medicine. La questione ha coinvolto anche il Governo che ha fatto sapere di avere allo studio un piano per introdurre regole per la tutela del contante, sotto la supervisione della Fca (Financial conduct authority). Infatti, secondo recenti statistiche, la scomparsa del cash metterebbe a rischio la sopravvivenza di otto milioni di persone.
Di più, vale la pena sottolineare che con il cashless i nostri soldi andrebbero tutti a ingrassare le banche. Certo, i prelievi elettronici sono facili e immediati. Ma non è così sempre. Chi ci garantisce la loro sicurezza? I furti elettronici di identità (phishing) sono all’ordine del giorno e ci fanno molta più paura di quelli convenzionali. In quest’ultimo caso ci ruberebbero le poche banconote nel portafoglio. Nel primo caso, invece, potrebbero derubarci di tutti i nostri averi.
Si dirà: ma c’è l’assicurazione. Vero. Ma qual è il tetto massimo? E, nel caso di furto della carta di credito, quanto ci mette la banca ad attivarne un’altra?
Aggiungo un altro dato. Già lo Stato ci controlla alla grande, in quanto tutte le transazioni grosse sono tracciate (acquisto di case, auto, oggetti oltre i 2mila euro). Dobbiamo per forza fargli sapere se, come e quando acquisto un orologio, un cappotto di cashmere, un cellulare da mille euro? Ma potrò farmi, una volta tanto, i casi miei?