C’era una volta il mercato beauty. Aveva le sue regole e i suoi rituali, che segnavano tempi e modi del business.
Il calendario di aziende e distribuzione era scandito da appuntamenti fieristici nazionali e internazionali, di maggiore o minore importanza.
Verso il 15 gennaio c’era un appuntamento strategico, soprattutto per la detergenza: Marca a Bologna. Una fiera completamente dedicata alla marca del distributore. La durata era di due giorni, con convegni, troppi, e piccoli stand. L’evento, nel corso degli anni, si era evoluto. Ed era diventato un punto di riferimento strategico per tutto il mercato. La Distribuzione moderna vedeva qui schierati tutti i buyer e i manager delle varie catene. Era il business del corridoio: “Ciao, come stai? Passate bene le feste di Natale? Come va la famiglia? A proposito, hai visto quel nuovo prodotto che abbiamo lanciato?”. Il clima era sempre conviviale, lontano dallo stress degli incontri nella sede delle catene. Incontri che avvenivanosuccessivamente in ufficio, a volte proprio grazie alla chiacchierata nei corridoi di Marca. Era qui che si facevano le trattative vere e proprie. Con tempi e modi diversi. Spesso la telefonata per gli appuntamenti, la mail di conferma, la discussione in sede.
A febbraio, poi, per le aziende green, appuntamento al Vivaness di Norimberga, mentre marzo era il mese beauty per eccellenza, con Cosmoprof Bologna che chiamava a raccolta operatori provenienti da tutti i comparti e i canali della bellezza. Un appuntamento importante, anche solo per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze. A seguire il Plma ad Amsterdam e, a settembre, il Sana a Bologna.
Oggi tutto questo è preistoria. Il Covid-19 ha spazzato via tutto. Dallo scorso marzo, nel settore fieristico, è stato un susseguirsi di annunci, spostamenti, stop and go. Sana Restart, in ottobre, è stato un coraggioso tentativo, ma nulla più. Cosmoprof nel frattempo si è proposta con le due edizioni online di WeCosmoprof, che hanno rappresentato, certo, un’occasione per gli operatori, ma che, lo ribadisce lo stesso organizzatore, Bologna Fiere, non potrà mai sostituire gli eventi fisici. E oggi tutti guardano al 2021 con ansia a preoccupazione.
Anche gli incontri con i buyer si sono dapprima diradati e poi bloccati completamente. Le trattative si fanno al telefono, via mail o, al massimo, con Zoom, Teams o altro ancora. Il rapporto personale, le belle chiacchierate sul calcio, la famiglia, le vacanze e poi sui contratti hanno fatto posto ad asettici incontri virtuali, tutti incentrati solo ed esclusivamente sui prodotti, sulle forniture, sui prezzi. Difficile presentare degnamente le novità. Per non parlare poi delle prove prodotto, in cui si poteva mostrare la praticità dei pack, la piacevolezza della profumazione, il comfort della texture e, soprattutto, dimostrare efficacia e risultati ‘in diretta’.
Invece no. I buyer fanno smart working da casa. Al massimo sono asserragliati in ufficio.
Che fare dunque, se non si possono incontrare i buyer in ufficio oppure nelle fiere? Un aiuto lo possiamo fornire noi. Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna. Il nostro gruppo editoriale, da sempre impegnato a fare da collante fra l’industria e la distribuzione, intensificherà il suo lavoro e le sue proposte on e off line per far conoscere iniziative di marketing e novità ai buyer. Attraverso le riviste, la newsletter e il sito (quasi pronto per il lancio) possiamo continuare a essere quel veicolo di informazioni e approfondimenti che in molti ormai conoscono. Da parte nostra dunque l’impegno è a migliorare sempre più la nostra offerta che, ultimamente, si è arricchita di altre pubblicazioni, tra cui made in Italy for Asia, newsletter per i buyer di Aeon (una delle più grandi catene retail al mondo).
Lanciare riviste e assumere gente in questo periodo forse non è logico. Ma noi stiamo con Einstein: “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”.
Angelo Frigerio