Marca Bologna sarà la prima vera grande fiera del food nel 2021. In attesa di capire quale sarà la sorte delle altre grandi manifestazioni del prossimo anno. Con Domenico Lunghi, direttore business unit private label and food dell’evento, abbiamo parlato di espositori, pubblico, layout e dei problemi legati alla pandemia.

Per cominciare, come sta andando la fiera per quanto riguarda l’adesione degli espositori?

L’andamento è sorprendente. Nonostante la situazione incerta abbiamo gli stessi numeri della passata edizione di gennaio, a pari data. Quest’anno abbiamo avuto 900 espositori e speriamo di riconfermarli: sarebbe un successo, vista la situazione di incertezza che grava sul mercato. La nostra è comunque una fiera che cresce. In cinque anni abbiamo raddoppiato gli espositori, portato i visitatori da sei a 12mila e aumentato il business del 20% solo nell’ultimo anno.

Quest’anno inoltre prevedete aiuti concreti per le aziende che parteciperanno.

Vero. Grazie alla vittoria di un bando Simest, possiamo sostenere economicamente chi aderisce all’evento. Il 100% dei costi di partecipazione a Marca 2021, incluse le spese accessorie di allestimento e promozione della loro presenza in fiera, potrà infatti beneficiare di un finanziamento ad un tasso agevolato che sarà rimborsabile in quattro anni. Per molte di queste aziende il 50% di questi costi potrebbe essere a fondo perduto.

Senza Plma di Amsterdam, sarete il primo evento internazionale con a tema la private label.

Esatto, per questo stiamo lavorando fianco a fianco con Adm (Associazione distribuzione moderna) Federdistribuzione, il che ci permette di finalizzare l’impostazione della fiera alle esigenze del mercato.

Negli ultimi anni però la fiera ha cambiato volto. Accanto ai buyer delle private label si sono visti anche molti buyer ‘generalisti’…

È vero in parte. La Mdd attira circa un terzo dei visitatori specializzati, ma bisogna ricordare che moltissimi altri buyer (category manager della grande distribuzione, mondo Horeca, società di import/ export…) partecipano a Marca perché qui vengono presentate, in anteprima, le novità food e non food dell’anno appena iniziato. Il nostro successo e il grande appeal della fiera dipendono anche da questo fattore. Un grosso punto di domanda è la durata della fiera: sarà su due o tre giorni? Al momento il nostro protocollo, del tutto analogo a quello degli altri grandi organizzatori europei, prevede che possiamo gestire ben oltre 12mila visitatori suddivisi su due giorni (per avere un’idea, è appena terminato senza problemi in Fiere di Parma il Salone del Camper, con oltre 60mila visite registrate in nove giorni): ma se dovessero esserci nuove restrizioni, saremo costretti a prevedere un evento di tre giorni per prevenire il rischio di assembramenti, che saranno comunque evitati dai nostri incaricati nei padiglioni. Valuteremo il da farsi appena possibile, ma le 20 insegne della Gdo che espongono a Marca sono già state coinvolte su questo tema e ci hanno assicurato di essere disponibili ad essere presenti per tutto il periodo con i loro buyer, in fiera, in caso di un eventuale prolungamento. Adesso stiamo ‘saggiando’ la disponibilità dei produttori loro partner e per orientarci definitivamente sarà importante anche avere i dati dell’affluenza: per questo sarà obbligatorio acquistare il biglietto online. Questa scelta consente peraltro alle Istituzioni preposte di verificare preventivamente che chi accede al quartiere non sia una persona sottoposta a regime di quarantena.

Quando avremo la comunicazione definitiva rispetto alla durata dell’evento?

In dicembre avremo un quadro chiaro, ma tutto dipenderà dall’andamento della pandemia e delle prescrizioni che riceveremo da parte degli esperti del Governo: l’unica cosa certa è che non verrà messa a repentaglio la salute di nessuno.

 

L’INTERVISTA COMPLETA VERRÀ PUBBLICATA SUL PROSSIMO NUMERO DI b2B beautyToBusiness