Pozzilli (Is) – Cresce la preoccupazione per il futuro dello stabilimento Unilever a Pozzilli, in provincia di Isernia. Il sito – che dal 1980 produce referenze per la pulizia della casa a marchio Coccolino, Svelto e Cif – impiega quasi un terzo della forza lavoro dell’area industriale di Venafro-Pozzilli, ossia 495 addetti, di cui 151 diretti e il resto impiegato nell’indotto (logistica o aziende che producono flaconi, etichette o pallet). Dopo l’inconcludente conference call di fine luglio, diretta dal ministero dello Sviluppo economico, Antonio Martone della Cisal, ha inviato un appello a Il Quotidiano del Molise, richiamando l’attenzione sulla vertenza: “E sì, chiamiamola con il suo nome, perché di vertenza si tratta!”, ha dichiarato. “Anche se opportunisticamente l’azienda non ha mai aperto ufficialmente la crisi, di fatto ha ammesso anche durante l’ultimo incontro al Mise che lo scenario più credibile rimane quello della vendita della fabbrica. Ed è quindi giusto che tutti i soggetti (istituzioni, parti sociali, lavoratori) ne prendano atto”. Il rappresentante dell’azienda, Gianfranco Chimirri, avrebbe fatto capire che, nel futuro della Unilever, Pozzilli non ha più posto, o quantomeno non ha più quella storica centralità che ha sempre avuto. Sembra che il sito, pur godendo di un ottimo stato di salute, resti penalizzato perché si trova in una regione sprovvista di infrastrutture importanti (come l’autostrada). “Mettiamo da parte le lusinghe aziendali e concentriamoci sull’unico scenario rimasto in piedi, l’unico che potrebbe garantire continuità alla fabbrica di Pozzilli: la terziarizzazione con un minimo di volumi garantito, non inferiore alle 100-120mila tonnellate. Basta con le favole della plastica da riciclare, delle batterie al litio, del personal care”, ha concluso il sindacalista.